Spesso chi si avvicina al mondo delle aste giudiziarie pensa erroneamente che questo sia un ambiente ostile per gli innocui privati cittadini che nel tentativo di acquistare l’immobile dei propri sogni all’asta, devono scontrarsi con i tentativi della criminalità organizzata di accaparrarsi il medesimo bene facendo affidamento su atteggiamenti intimidatori.
Ovviamente, come in tutti i settori della nostra economia, le infiltrazioni della criminalità sono possibili siccome il mondo delle aste giudiziarie rappresenta un terreno ipoteticamente fertile per poter acquisire veri e propri tesori a prezzi fortemente scontati.
Detto ciò, bisogna fortemente sottolineare che questo non è un fenomeno così esteso come alcuni pensano. Nella nostra esperienza pluriennale non abbiamo mai assistito ad aste manipolate o ad atteggiamenti scorretti volti ad indirizzare il procedimento di vendita forzata.
Il nostro approfondimento però non può prescindere dalla trattazione di alcune tematiche che potranno aiutare gli interessati a comprendere meglio il fenomeno di cui stiamo parlando ed a dargli la giusta dimensione senza farsi spaventare eccessivamente.
Reato di Turbativa d’asta
Quando la criminalità organizzata cerca di introdursi nel mondo delle aste giudiziarie lo fa mediante la fattispecie ricompresa nell’Articolo 353 del codice penale.
Il reato di turbativa d’asta si sostanzia in un comportamente volontario atto ad impedire o a turbare i procedimenti di esecuzione forzata che culminano nella vendita forzata degli immobili.
Le minacce, le frodi, i tentativi di allontanare o impedire l’accesso ai partecipanti alla procedura costituiscono un danno sia per la Pubblica Amministrazione che per gli stessi partecipanti alla gara.
La ratio della norma è quella di garantire la correttezza delle aste giudiziarie e tutelare la collettività di soggetti che vi partecipano.
La disposizione recita: “Chiunque, con violenza o minaccia, o con doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, impedisce o turba la gara nei pubblici incanti o nelle licitazioni private per conto di pubbliche Amministrazioni, ovvero ne allontana gli offerenti, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni e con la multa da euro 103 a euro 1.032.
Se il colpevole è persona preposta dalla legge o dall’Autorità agli incanti o alle licitazioni suddette, la reclusione è da uno a cinque anni e la multa da euro 516 a euro 2.065“.
Su tale fattispecie penale si è pronunciata anche la Cassazione penale con una serie di sentenze:
- n.15947/2021 = il reato di turbata libertà degli incanti si configura anche in presenza di un danno mediato e potenziale, non è necessario che il conseguimento del risultato voluto dagli autori dell’illecito penale.
- n.28388/2017 = la turbativa d’asta può configurarsi anche dopo la chiusura dell’asta indetta nell’ambito di una procedura di esecuzione immobiliare, quando non sia ancora stato emesso il decreto di trasferimento della proprietà dell’immobile all’aggiudicatario.
- n.11979/2017 = si configurano sia il reato di estorsione che di turbativa d’asta quando un soggetto aggiudicatario di un bene immobile nell’ambito di un’asta a cui non hanno preso parte altri soggetti, abbia chiesto ed ottenuto dal debitore esecutato la corresponsione di una somma di denaro in cambio della rinuncia all’assegnazione definitiva che sarebbe avvenuta a seguito del versamento del saldo prezzo.
Abbiamo compreso come talvolta le aste giudiziarie possono essere coinvolte in attività della criminalità organizzata, ad esempio attraverso il riciclaggio di denaro o l’acquisto di beni ottenuti illegalmente.
Le autorità lavorano per prevenire e contrastare tali abusi, monitorando attentamente le transazioni ed applicando le normative anti-riciclaggio.
L’implementazione di procedure di verifica rigorose può contribuire a mitigare il rischio di coinvolgimento della criminalità organizzata nelle aste immobiliari.
In conclusione, dopo aver ampiamento spiegato come le infiltrazioni mafiose nelle aste immobiliari possano essere una possibilità remota ma non di certo la regola, è bene ribaltare il discorso dedicando un intero paragrafo alle occasioni che derivano dalla confisca dei beni sequistrati.
Beni sequestrati alle mafie: un’opportunità per i cittadini
Qualcuno in passato ha affermato che “L’arte di vivere consiste nel trarre il massimo del bene dal massimo del male” ed è proprio ciò che il nostro legislatore ha cercato di fare attraverso la confisca degli immobili appartenenti alle mafie che finiscono per essere venduti all’asta.
In questo modo vengono create nuove occasioni immobiliari per i cittadini che potranno aggiudicarsi immobili che in passato sono appartenuti alle mafie.
Nel 2010 è stata creata l’ANBSC (Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), essa gestisce insieme all’autorità giudiziaria l’intero processo finalizzato alla destinazione dei beni sequestrati e confiscati definitivamente.
Essa svolgendo la sua attività favorisce la raccolta e lo scambio di informazione sui beni e permette di affrontare le criticità relative alla loro destinazione.
In questi casi è possibile prendere parte all’asta presentando un’offerta segreta (asta senza incanto).
Nell’ipotesi in cui dovessero giungere più offerte valide ed aventi il medesimo importo, il banditore darà vita all’incanto.
Quando c’è un’asta senza incanto invece andrà presentata un’offerta innanzi al Notatio banditore o al Notaio Periferico aventi un importo pari al prezzo base indicato.
Gli immobili sequestrati alle organizzazioni criminali vengono venduti mediante l’utilizzo della RAN (Rete Aste Notarili) che consiste in un sistema di natura informatica attraverso il quale vengono gestite le aste telematiche, consentendo a soggetti provenienti da tutto il territorio nazionale di poter inviare la propria offerta anche a kilometri di distanza.
Il legislatore al fine di evitare il pericolo che questi beni immobili tornino nella disponibilità dei vecchi proprietari o di cosche mafiose differenti, prevede una serie di meccanismi di garanzia.
Infatti la procedura di vendita forzata termina con un’aggiudicazione provvisoria, a cui conseguono le verifiche sul compratore previste dal Codice Antimafia.
Conclusione
L’approfondimento odierno non è da sottovalutare, molto spesso quando noi professionisti del settore ci interfacciamo con persone comuni che cominciano ad interessarsi al fenomeno delle aste giudiziarie ci troviamo costretti a ribadire più volte come la partecipazione alle procedure esecutive non nasconde alcun rischio, almeno di questo tipo! (per una panoramica sui pericoli dell’asta ti invito a leggere l’articolo sui rischi di acquistare all’asta).
Lo spettro delle infiltrazioni mafiose non deve in alcun modo spaventare tutti coloro i quali si stanno finalmente decidendo ad acquistare l’immobile dei propri sogni all’asta.
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Per qualche consiglio su come vincere un’asta immobiliare leggi “Come vincere un’asta immobiliare nel 2023 + trucchi“.
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Se ti interessa sapere tutto sulle vendite giudiziarie leggi il nostro articolo sul significato di vendita senza incanto.
Se vuoi saperne di più sul come funziona un’asta giudiziaria leggi anche l’articolo “Come funziona un asta giudiziaria”
Cosa succede quando un immobile non viene aggiudicato alla prima asta? Ne parliamo in questo articolo (clicca qui).
In merito all’acquisto all’asta molte persone ci chiedano quanto bisogna avere di partenza per comprare all’asta, rispondiamo a questa domanda nell’articolo “Come comprare casa all’asta senza soldi” o anche “Quanti soldi ho bisogno per partecipare ad un’asta?“
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