Ricorso avverso l’Asta Fallimentare: Come Si Fa?

Pubblicato da: Studio Legale Avv. Giordano

Scopri cos’è il ricorso avverso l’asta fallimentare, quando può essere presentato e quali irregolarità posso essere impugnate secondo il CCI

Partecipare a un’asta giudiziaria legata a un fallimento (oggi liquidazione giudiziale) può essere un’ottima occasione per acquistare immobili a prezzi vantaggiosi. Tuttavia, come ogni procedura legale complessa, anche le aste fallimentari possono presentare irregolarità, omissioni o errori che rischiano di danneggiare gli offerenti, i creditori o altri soggetti interessati.

In questi casi, l’ordinamento offre uno strumento fondamentale: il ricorso (o reclamo) avverso l’asta fallimentare, che permette di contestare il modo in cui la vendita è stata gestita e di chiedere al tribunale di correggere o annullare i provvedimenti ritenuti illegittimi.

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In questo articolo, in quanto avvocati esperti in aste giudiziarie, cercheremo di spiegarvi in modo semplice e chiaro cosa sono le aste fallimentari, come funzionano, cos’è un ricorso avverso l’asta fallimentare e quali sono le principali cause che possono giustificare tale impugnazione.

Vedremo inoltre quale disciplina si applica oggi con il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCI), come si struttura un ricorso e quali sono gli errori più comuni da evitare.

Cosa scoprirai dopo aver letto questo articolo:

  • Cosa è un’asta fallimentare
  • Come si fa ricorso avverso un’asta fallimentare
  • Cosa è il ricorso avverso il liquidatore ex art. 133 CCI
  • Cosa è il ricorso avverso il Giudice Delegato ex art. 124 CCI
  • Come tutelare i tuoi diritti

Cos’è un’asta fallimentare

Quando un’impresa non è più in grado di pagare i propri debiti e si trova in stato di insolvenza, il tribunale può aprire una procedura di liquidazione giudiziale (che ha sostituito il vecchio “fallimento”).

All’interno di questa procedura, i beni dell’impresa vengono venduti tramite aste pubbliche con l’obiettivo di ottenere denaro da distribuire ai creditori. Per questo si parla comunemente di asta fallimentare.

Come si svolge un’asta fallimentare

Le aste fallimentari sono disciplinate da un insieme preciso di regole e coinvolgono diverse figure:

  • Il curatore: gestisce la procedura e organizza la vendita.
  • Il giudice delegato: vigila sul corretto svolgimento del fallimento e approva i provvedimenti principali.
  • Il tribunale: decide sulle impugnazioni e sui ricorsi.

L’asta si svolge generalmente tramite una procedura competitiva che può essere:

  • senza incanto (modalità più frequente oggi: offerte in busta digitale/telematica);
  • con incanto (gara pubblica con rilanci, usata solo in casi particolari).

Le fasi principali della vendita

  1. Perizia del bene
    Un tecnico incaricato dal tribunale effettua una valutazione del bene e descrive lo stato dell’immobile, eventuali abusi edilizi, ipoteche, servitù, occupazioni, ecc.
  2. Pubblicazione dell’avviso di vendita
    L’avviso contiene tutte le informazioni necessarie per partecipare: prezzo base, termini, modalità di offerta, data dell’asta.
  3. Raccolta delle offerte
    Gli interessati presentano la propria offerta (generalmente tramite il Portale delle Vendite Pubbliche).
  4. Svolgimento dell’asta e aggiudicazione
    Il giudice o il professionista delegato proclama l’aggiudicatario a seguito della migliore offerta.
  5. Trasferimento del bene
    Dopo il saldo del prezzo, viene emesso il decreto di trasferimento, che cancella ipoteche e pignoramenti. Tuttavia come abbiamo visto nell’articolo sulle differenze tra asta fallimentare e aste immobiliare, in alcune aste fallimentari ci potrebbe essere il trasferimento tramite notaio. 

Il nuovo quadro normativo: la disciplina del CCI

Dal 15 luglio 2022, con l’entrata in vigore del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCI), le norme in materia di fallimento sono state riorganizzate. Difatti ad oggi troviamo in sostanza due “reclami”:

  • il reclamo previsto dall’art. 133 CCI è quello rivolto contro gli atti del liquidatore
  • il reclamo previsto dall’art. 124 CCI è quello rivolto contro gli atti del giudice delegato

Prima di analizzare il primo e il secondo rimedio cerchiamo di capirci meglio:

  • Se Marco partecipa ad un’asta fallimentare e viene escluso dal liquidatore, Marco dovrà presentare un reclamo ex art. 133 CCI
  • Se Giovanni chiede al Giudice Delegato una proroga del saldo prezzo e questa non viene concessa dal Giudice, Giovanni dovrà presentare reclamo ex art. 124 CCI

E’ molto semplice, se sbaglia il Giudice il rimedio è l’articolo 124 CCI. Se sbaglia il liquidatore il rimedio è l’articolo 133 CCI.

Cosa prevede il reclamo ex art. 133 CCI contro il liquidatore?

 Come abbiamo capito i rimedi sono diversi e si applicano in situazioni diverse. Cerchiamo di capire adesso cosa cambia. Con il reclamo ex art. 133 c.c.i. si vanno a contestare le omissioni o le illegittimità commesse dal liquidatore.

Quando ad esempio il liquidatore:

  • non ammette un’offerente
  • dichiara aggiudicatario un altro offerente anche se la sua offerta è sbagliata
  • non ha ben gestito la vendita
  • e in tutte quelle altre ipotesi in cui omette o sbaglia un atto che la legge pone a suo carico

In tutte queste ipotesi il termine per far valere l’illegittimità è di 8 giorni dalla conoscenza del vizio e il ricorso va depositato al Giudice Delegato della Liquidazione, di cui il liquidatore è un ausiliare.

 

 Cosa prevede il reclamo ex art. 124 CCI contro il GD?

Con il ricorso ex art. 124 CCI non si contesta l’operato dell’ausiliare del giudice, ma si contesta un vero e proprio atto del giudice, un suo provvedimento.

Questo rimedio è applicabile quando:

  • Il Giudice, a cui è stato chiesto di rivedere l’operato del liquidatore con ricorso ex art. 133 cci, ritenga che il liquidatore abbia fatto tutto bene
  • Quando venga emesso un qualsiasi provvedimento a se sfavorevole o ritenuto illegittimo.

In questo caso il termine è di 10 giorni dalla conoscenza dell’atto.

Il vecchio articolo 26 della Legge Fallimentare, che disciplinava il reclamo contro i provvedimenti del giudice delegato, oggi trova corrispondenza nell’art. 124 del CCI.

Il sistema è rimasto simile nella sostanza, ma la normativa è più chiara e più coerente rispetto all’intera procedura di liquidazione giudiziale.

Cosa prevede il nuovo art. 124 del CCI

  • È possibile proporre ricorso contro tutti i provvedimenti del giudice delegato che non hanno una loro impugnazione specifica.
  • Possono proporre reclamo:
    • il curatore,
    • il debitore,
    • il comitato dei creditori,
    • qualunque altro soggetto che abbia un interesse giuridicamente rilevante (es. offerenti alle aste).
  • Il termine perentorio per proporre il ricorso è di 10 giorni dalla comunicazione del provvedimento.
  • Per i soggetti non direttamente destinatari del decreto, il termine decorre dal momento in cui la decisione diventa conoscibile grazie alla pubblicità o alla materiale conoscenza dell’atto.
  • Esiste un limite massimo assoluto di 90 giorni dal deposito del provvedimento.
  • Il ricorso non sospende automaticamente il provvedimento, a meno che non venga richiesta e concessa una sospensione.

Cos’è il ricorso avverso l’asta fallimentare

Il ricorso avverso l’asta fallimentare (o reclamo) è un vero e proprio rimedio che permette di contestare:

  • un provvedimento del giudice delegato relativo alla vendita,
  • una fase dell’asta svolta in modo irregolare,
  • un’aggiudicazione ritenuta illegittima,
  • qualsiasi aspetto della procedura di vendita che abbia prodotto un danno ingiusto al ricorrente.

In pratica, è lo strumento che consente di portare davanti al tribunale eventuali errori, omissioni, mancanze di trasparenza o violazioni di legge verificatesi nel corso dell’asta.

Perché è importante

Il reclamo non serve per contestare “a piacere” un’asta che non si è vinta, ma solo quando si verifica una violazione concreta delle regole o un’ingiustizia reale.
Serve quindi a garantire correttezza, trasparenza e imparzialità nell’intero processo.

La procedura del ricorso avverso l’asta fallimentare: come si svolge

La procedura del ricorso avverso l’asta fallimentare è piuttosto lineare, ma richiede precisione.

Fase 1 – Redazione del ricorso

Il ricorso deve contenere:

  • indicazione del tribunale competente;
  • dati identificativi del ricorrente;
  • indicazione del provvedimento impugnato;
  • descrizione dei fatti;
  • motivi di diritto per cui si ritiene illegittima la vendita;
  • mezzi di prova (documenti, perizia, avvisi di vendita, corrispondenza, ecc.).

Fase 2 – Deposito presso il tribunale competente

Va depositato nel fascicolo della procedura fallimentare / liquidazione giudiziale.

Fase 3 – Fissazione dell’udienza

Il tribunale fissa un’udienza entro 40 giorni dal deposito.

Fase 4 – Notifica agli interessati

Il ricorrente deve notificare il ricorso:

  • al curatore,
  • al comitato dei creditori (se necessario),
  • ai controinteressati (es. altri offerenti, aggiudicatario).

Fase 5 – Udienza

Le parti espongono le proprie ragioni davanti al tribunale in composizione collegiale.

Fase 6 – Decisione

Il tribunale decide entro 30 giorni.
Può:

  • confermare la vendita;
  • modificarla;
  • annullarla;
  • ordinare la ripetizione dell’asta;
  • adottare provvedimenti correttivi.

Quando è possibile proporre ricorso avverso l’asta fallimentare: le cause più frequenti

Le cause che giustificano un ricorso avverso l’asta fallimentare sono numerose, ma alcune si presentano con più frequenza e sono ormai consolidate anche nella prassi dei tribunali.

  1. Irregolarità o omissioni nella perizia

Una perizia incompleta o inaccurata può danneggiare gravemente chi partecipa all’asta.
Esempi:

  • non sono indicati abusi edilizi o irregolarità urbanistiche;
  • non vengono segnalati vincoli, servitù o ipoteche rilevanti;
  • vengono omesse informazioni essenziali sullo stato del bene (occupazioni, stato di manutenzione).

Esempio pratico: Marco partecipa a un’asta e acquista un immobile che sembrava completamente regolare. Dopo l’aggiudicazione scopre che l’appartamento ha un abuso edilizio non menzionato nella perizia e che richiederà un costoso intervento di sanatoria.

→ In questo caso, Marco può proporre ricorso per “aliud pro alio”, sostenendo che il bene acquistato era sostanzialmente diverso da quanto descritto.

 

  1. Difetti di pubblicità della vendita

Se l’avviso non è pubblicato correttamente o non contiene tutte le informazioni necessarie, la procedura può risultare viziata.
Esempi:

  • avviso incompleto;
  • pubblicità irregolare;
  • errori nel prezzo a base d’asta o nelle modalità di presentazione delle offerte.

Esempio pratico: Il curatore pubblica un avviso in cui inserisce per errore una data sbagliata per il termine di presentazione delle offerte. Molti interessati vengono tratti in inganno e non partecipano.

→ In questo caso, chi vi ha subito un danno può chiedere l’annullamento della vendita e la ripetizione dell’asta.

 

  1. Errori durante lo svolgimento dell’asta

Questi sono tra i motivi più frequenti di impugnazione.
Esempi:

  • offerte presentate regolarmente che non vengono prese in considerazione;
  • errori tecnici nella piattaforma telematica;
  • accettazione di un’offerta tardiva o invalida;
  • mancata dichiarazione di aggiudicazione nonostante l’offerta migliore.

Esempio pratico: Sara presenta la propria offerta tramite il Portale delle Vendite Pubbliche. Il sistema conferma la ricezione, ma durante l’asta il delegato non trova la sua offerta e procede con l’aggiudicazione a un altro partecipante.

→ Sara può proporre ricorso per irregolarità nello svolgimento dell’asta.

 

  1. Violazioni dei diritti dei partecipanti o dei creditori

Il ricorso può intervenire quando:

  • l’aggiudicazione viene fatta in violazione della parità tra i partecipanti;
  • i creditori vengono pregiudicati da decisioni non conformi alla legge;
  • il bene è trasferito senza rispettare i procedimenti previsti.

Esempio pratico: Il curatore decide di vendere un immobile a un prezzo molto inferiore al valore di stima senza giustificazione e senza chiedere il parere necessario del comitato dei creditori.

→ Ciò riduce il ricavato destinato ai creditori e può costituire motivo di ricorso.

 

  1. Provvedimenti del giudice delegato non motivati o illegittimi

Se il provvedimento relativo alla vendita manca di motivazione o è adottato in violazione della legge, può essere impugnato.
Esempi:

  • decreto di vendita emesso senza autorizzazione adeguata;
  • parere del comitato creditori non acquisito quando necessario;
  • provvedimento che ignora irregolarità segnalate tempestivamente dagli offerenti.

Esempio pratico: Un partecipante segnala che un altro offerente non ha versato la cauzione richiesta. Il giudice, pur essendo informato, valida comunque la sua offerta senza motivazione.

→ L’atto può essere ritenuto illegittimo.

 

  1. Vizi nella fase di riparto delle somme

Quando l’asta è già stata conclusa e il ricavato distribuito, possono insorgere contestazioni sulle somme attribuite ai creditori.

Esempio pratico: Dopo la vendita dei beni, il curatore distribuisce il ricavato tra i creditori. Tuttavia, un creditore privilegiato (ad esempio, l’INPS o un creditore ipotecario) riceve una somma inferiore a quella spettante perché il curatore ha erroneamente calcolato il grado del privilegio o ha incluso un altro creditore che non aveva diritto.

→ Il creditore leso può contestare la ripartizione.

L’importanza di farsi assistere da professionisti specializzati

Il ricorso avverso l’asta fallimentare è uno strumento utile, ma richiede:

  • competenza tecnica,
  • conoscenza delle procedure fallimentari,
  • capacità di valutare la validità delle irregolarità,
  • rapidità nel rispettare i termini, spesso molto brevi.

Un piccolo errore formale (ad esempio una notifica mal fatta o un termine non rispettato) può portare all’inammissibilità del ricorso, rendendo vana ogni contestazione.

Per questo la figura del legale specializzato in aste giudiziarie è essenziale.
Un professionista esperto può:

  • verificare se esistono reali motivi per presentare ricorso;
  • valutare la strategia migliore;
  • redigere l’atto correttamente;
  • presentare eventuale richiesta di sospensione del provvedimento;
  • rappresentare il cliente in udienza;
  • prevenire errori che possono far perdere tempo e denaro.

Conclusione

Le aste fallimentari rappresentano un’opportunità, ma anche una procedura complessa in cui la trasparenza e il rispetto delle regole devono essere garantiti.
Quando qualcosa non funziona, il ricorso avverso l’asta fallimentare è lo strumento che permette di tutelare i propri diritti e ottenere giustizia.

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Avv. Daniele Giordano

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