Tassazione delle plusvalenze immobiliari: Come Funziona?

plusvalenze immobiliari
Pubblicato da: Avv. Daniele Giordano

Oggi parliamo di tassazione delle plusvalenze immobiliari, cosa sono e come vengono tassate e dei piccoli trucchi per evitare la plusvalenza.

Prima di tutto devi sapere che la plusvalenza immobiliare si verifica quando compri una casa e la rivendi ad un prezzo maggiore.

Il ricavato (esempio compro una casa a 100 e la vendo a 200) si chiama in gergo plusvalenza immobiliare e viene tassata in quanto rappresenta un guadagno, un ricavo e pertanto soggetto a tassazione.

Ora che abbiamo capito in linea di massima cosa significa plusvalenza cerchiamo di comprendere la tassazione delle plusvalenze immobiliari ossia QUANDO SI PAGA e QUANTO SI PAGA.

Quando è prevista la tassazione delle plusvalenze immobiliari?

La tassazione sulle plusvalenze immobiliari ha luogo solo se:

  • l’immobile è stato rivenduto entro 5 anni dall’acquisto (decorrenza: data atto notarile di acquisto → data atto notarile di vendita);

  • non era adibito a prima casa per la maggior parte del periodo di possesso.

Se invece:

  • hai detenuto l’immobile per più di 5 anni, oppure

  • era la tua prima casa (residenza anagrafica e uso effettivo),

👉 nessuna tassa è dovuta sulla plusvalenza.

Vediamo cosa dice la legge in merito. L’ Articolo 67, comma 1, lettera b) Testo Unico delle Imposte sui Redditi (D.P.R. n. 917/1986) dispone infatti che devono essere tassate “le plusvalenze realizzate mediante la cessione a titolo oneroso di beni immobili, se la cessione avviene entro cinque anni dall’acquisto o dalla costruzione.”

Questa norma pertanto ci dice due cose:

  1. Che la plusvalenza deve essere tassata se la vendita avviene entro 5 anni dall’acquisto
  2. Che non viene tassata la plusvalenza se invece la vendita avviene dopo i 5 anni

Ad aggiungere il quadro normativo interviene la Circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 6/E del 13 febbraio 2006 che chiarisce che la normativa sulla plusvalenza non si applica se l’immobile era abitazione principale del venditore nel tempo anteriore alla vendita:

Le plusvalenze   soggette   alla   nuova   disposizione  sono  quelle  di  cui
 all'articolo 67,  comma  1, lettera b), del TUIR, e, quindi, quelle realizzate
 in seguito  alla  cessione  a  titolo  oneroso  di  beni immobili acquistati o
 costruiti da  non  piu' di cinque anni (con esclusione di quelli acquisiti per
 successione o  donazione  e delle unita' immobiliari urbane che per la maggior
 parte del  periodo  intercorso  tra  l'acquisto o la costruzione e la cessione
 sono state   adibite   ad   abitazione  principale  del  cedente  o  dei  suoi
 familiari), nonche'  quelle  realizzate a seguito di cessioni a titolo oneroso
 di terreni  suscettibili  di  utilizzazione edificatoria secondo gli strumenti
 urbanistici vigenti al momento della cessione

A Quanto ammonta la tassazione delle plusvalenze ?

La tassazione sulle plusvalenze immobiliari viene applicata secondo lo scaglione IRPEF dei redditi del venditore.

Tuttavia il medesimo può optare, a sua scelta, per l’applicazione di un’imposta sostitutiva sul reddito pari al 26%  e difatti la Legge finanziaria del 2005 ha disposto:  “In caso di cessione a titolo oneroso di beni immobili acquistati o costruiti da non più di cinque anni, il cedente può optare, al momento della stipula dell’atto, per l’applicazione di un’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito pari al 20% (poi elevata al 26%).”

Di conseguenza il venditore può decidere di:

  • non fare nulla e in quel caso verrà applicata la tassazione sulle plusvalenze immobiliari
  • Scegliere per l’applicazione dell’imposta sostitutiva e versare il 26% di tasse sulla differenza

Esempi di tassazione su plusvalenze

Facciamo un esempio.

Marco compra una casa all’asta a 100.000 e la rivende, dopo 3 anni in cui ci ha abitato, a 130.000 euro.

In questo caso visto che Marco ha abitato la casa come abitazione principale non c’è alcuna plusvalenza da versare.

Altro esempio.

Marco compra una casa a 100.00 e la rivende dopo 4 anni senza averci abitato a 150.000.

Ora se notate la tassazione sulle plusvalenze immobiliari si applica ed è pari a 50.000 euro.

Ora Marco può decidere o di farsi tassare secondo il suo scaglione IRPEF oppure di applicare un aliquota sostitutiva del 26% sui 50.000 euro

Cosa si può detrarre?

Nel calcolo della plusvalenza immobiliare si possono dedurre alcune spese effettivamente sostenute e documentate, che riducono l’importo tassabile. Tra queste rientrano:

  • i costi di acquisto (imposte, spese notarili, parcelle professionali);

  • le spese per lavori di manutenzione straordinaria o ristrutturazione (con fatture);

  • le provvigioni pagate all’agenzia immobiliare per l’acquisto e/o la vendita.

Queste spese devono essere tracciabili e documentate per poter essere riconosciute ai fini fiscali.

Avvocato Daniele Giordano 

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