Imu prima casa non residente: pagamento sì o no?

Imu prima casa non residente
Pubblicato da: Redazione astafox.com

Il pagamento dell’Imu della prima casa da non residente deve essere sostenuto? Scopriamolo insieme all’interno di questa guida.

In rete, soprattutto nell’ultimo periodo, si è diffuso in maniera rapida un interrogativo comune: l’Imu della prima casa senza la residenza deve essere pagato? Dall’anno del debutto di questa imposta, ovvero il 2012, di tempo ne è trascorso parecchio. Tuttavia, a distanza di oltre 13 anni dal suo esordio ancora non sono stati fugati i numerosi dubbi riguardanti l’Imu.

L’imposta in questione è stata rivisitata in più occasioni. Ma questo revisionismo incessante non è bastato a chiarire i tanti aspetti rimasti ancora oggi poco chiari. Uno di questi verrà risolto proprio all’interno di questa guida, e riguarderà la prima casa da non residente. Se vuoi scoprire come comportarti in questo caso, continua a leggere questa preziosa guida.

Chi non è residente deve pagare l’Imu?

In passato abbiamo già parlato dell’Imu, riguardo alle case all’asta. Questa volta però, si parlerà di prima casa senza la residenza. Tornando alla domanda principale, il  paragrafo in questione inizierà con una notizia probabilmente negativa. Coloro che non hanno residenza o dimora abituali sono tenuti a pagare l’Imu. Coloro che affitteranno la propria casa dovranno pagare questa imposta sulla stessa, esattamente come fosse una seconda abitazione.

Imu prima casa
Imu prima casa

Nonostante il pagamento sia dovuto in qualsiasi caso, almeno tra quelli appena citati, è possibile ottenere una riduzione. Infatti, si può ottenere una “piccola” detrazione del 50% della base imponibile dell’imposta, nel caso in cui l’immobile venga concesso in comodato d’uso ai propri parenti. A patto che questi appartengano alla cosiddetta linea retta, che include per esempio un semplice rapporto tra genitore e figli.

Per fare in modo che ciò avvenga, bisognerà tuttavia registrare regolarmente il contratto di comodato. Inoltre, la persona che riceverà l’immobile in comodato dovrà utilizzarlo come abitazione principale. Il proprietario dovrà oltretutto essere in possesso della propria residenza nello stesso Comune in cui è situato l’immobile. Poche e semplici regole che, per ovvie ragioni, dovranno essere rispettate.

Come non pagare l’Imu sulla prima casa senza residenza

La risposta a quest’altro interrogativo è nuovamente negativa. Questo poiché, per poter ottenere l’esenzione del pagamento Imu sulla prima casa, sarà necessario trasferire al suo interno la propria residenza. Questa risposta conferma automaticamente quanto affermato in precedenza, secondo cui coloro che non hanno la propria residenza registrata nell’immobile in questione sono tenuti a sostenere il pagamento dell’imposta.

Ma in cosa consistono le esenzioni riguardanti l’Imu sulla prima casa? A questo proposito può tornare utile una sentenza della Corte Costituzionale, la quale ha portato ad una doppia esenzione per due coniugi residenti in due immobili differenti. Ciò è stato possibile ed è replicabile solamente nella condizione in cui il principio della residenza e della dimora abituale viene rispettato.

Cosa succede se non registro la residenza sulla prima casa?

Ogni dubbio porta quasi sempre ad ulteriori richieste di delucidazione. Esattamente come la seguente domanda: cosa succede se non registro la residenza sulla prima casa? Di per sé nulla di grave, a meno che non si voglia usufruire di determinati benefici. Nel caso in cui non dovesse avvenire il trasferimento della residenza nel Comune in cui è situata la prima casa, si perderà il beneficio fiscale di cui invece si può godere.

Ciò dovrà avvenire entro 18 mesi dall’acquisto dell’immobile. Superata questa data, si perderà automaticamente il beneficio di cui accennato sopra. La perdita di questo beneficio avverrà anche nell’eventualità in cui ciò non dipenda dal residente. Per esempio, nel caso in cui eventuali lavori in corso sull’immobile non dovessero essere ancora completati.

Nell’ultimo paragrafo di questa guida, cercheremo di rispondere ad un’altra domanda piuttosto in voga.

Quanto tempo ci vuole per spostare la residenza?

Visto e considerato che dall’acquisto dell’immobile ci vorranno oltre 18 mesi per perdere il proprio beneficio, in linea teorica si può disporre di tempo a sufficienza. Tuttavia, è bene tenere a mente che le procedure burocratiche soprattutto in Italia potrebbero richiedere parecchia attesa. Indicativamente, ci vorrà qualche giorno per registrare la propria domanda. Dopodiché, chi di dovere esaminerà quanto ricevuto nel giro di circa 45 giorni.

Non hai trovato ciò che cercavi all’interno di questa guida approfondita? Contattaci tramite il form presente sul nostro sito, sapremo rispondere a qualsiasi domanda tu voglia farci.

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